Horacio Pagani 25 anni fa realizzava la sua prima auto, la Zonda C12. Per tutti era l’ennesimo tentativo di un piccolo ed anonimo costruttore di realizzare una super car. In pochi gli anno dato peso poiché al di là della vettura si temeva che non sarebbe nemmeno andata in produzione come in molti altri casi, o nella migliore delle ipotesi avrebbe venduto qualche esemplare e fine dell’avventura.
La storia ci dice che sbagliavamo tutti, che Horacio con costanza e determinazione è riuscito ad imporsi nel panorama già vasto di super car e a porsi ad un altro livello, quello delle Hyper Car. Giocattoli per pochi, per pochissimi che però diventano fedeli al marchio. Basti pensare che praticamente nessuno dei proprietari collezionisti si limita ad una sola vettura. Tutti ne hanno almeno due o tre. Sembra incredibile visti i prezzi, del tutto normale se si considera l’emozione che sanno regalare.
Per quanto mi riguarda ho sempre ritenuto che la Pagani è talmente bella e ben realizzata che se me ne dessero una, ma non la potessi guidare la vorrei lo stesso. Provo a farmi capire, se vi dessero una 992 GT3 e vi dicessero però non la puoi nemmeno accendere la vorreste? Io no, una macchina così va guidata e goduta. Stesso discorso per la Pagani, ma se devo fare il sacrificio lo farei. Tutti i pezzi sono realizzati dal pieno, anche la pedaliera. Vi sono circa 45.000 euro di viti nella macchina. Ogni dettaglio è visto e rivisto dagli esperti artigiani. Penso che sia la vettura che più si avvicina ad un orologio di lusso.
Dopo questo quarto di secolo che l’ha visto realizzare diversi capolavori, meravigliosi pezzi unici e tirature super limitate, oltre alla nuova sede il cui interno ricorda il cortile di un borgo medievale, il museo, gli appartamenti dei super vip proprio sopra al museo e tante altre meraviglie, Horacio ha voluto celebrare anche Modena esponendo davanti al palazzo dell’Accademia Militare ben 25 creature che tutti hanno potuto ammirare. Vedere una Pagani per strada emoziona, vederne 25 tutte insieme potrebbe far correre il rischio di sminuire il valore delle stesse, ma ognuna è speciale e se dopo un primo colpo d’occhio generico ti soffermi ad ammirare ogni caratteristica, ogni dettaglio di ogni auto ti perdi e ti innamori.