Si è appena conclusa una manifestazione incredibile, tutti noi conosciamo il fascino, il prestigio e l’emozione pura che una rievocazione della Mille Miglia porti con se.
Eppure questa Coppa delle Alpi è qualcosa in più, sicuramente non sono manifestazioni paragonabili, un’analisi obiettiva sarebbe estremamente sbilanciata, però il fascino di questa corsa è qualcosa di unico.
1.200 km in inverno in 4 giorni sono un’infinità, siamo abituati a viaggiare su automobili moderne, magari con la guida assistita di livello 2 e pensare a 300 km al giorno ci fa sorridere, cosa saranno mai? Ecco, provate ad immaginare di non percorrere autostrada, ma solo strade normali, metteteci in mezzo qualche centro città, contornate i punti in cui potreste rilassarvi e godervi il panorama con prove speciali a tempo, con pressostati subito dopo i tornanti, con un asfalto a tratti ghiacciato, con salite e discese mozza fiato, non vi basta? Bene, guardate l’elenco dei mezzi iscritti e scoprite che molte di queste vetture sono spider, non pensate che quelle “chiuse” offrano molto più confort, di alternatori e riscaldamento non si parla proprio.
Ora che spero siate entrati nello spirito con cui gli equipaggi hanno preso il via vi porto con me nella prima tappa, la partenza è ovviamente da Brescia, dove una città splendida, un’accoglienza calorosa nonostante il giorno lavorativo e una splendida organizzazione ci danno il benvenuto. La mattina è estremamente rigida, ma nei visi di tutti si percepisce la voglia di partire, il finalmente ci siamo. Alle 9 esatte si parte, ci si districa per il centro di Brescia e si va verso il Lago di Garda, finalmente il sole comincia a farsi sentire, i gradi sono sempre 5, ma almeno la luce aiuta. Le strade normali, il traffico lavorativo, le velocità ridotte creano una ingiustificata sensazione di noia e torpore, fino a quando, fai due curve e ti trovi davanti il Lago. Quasi inaspettatamente lo vedi che sembra salutarti, è increspato, ventoso, ma un sole pieno ci si splende dentro, i surfisti che sono puntini colorati sulla sue superficie fanno da contorno.
Si prosegue, e quando pensi di esserti abituato a questo spettacolo, uno completamente nuovo, si gira verso Tremosine, una strada d’altri tempi, non ci sono solo gallerie, ma anfratti naturali tra la roccia, sembra di essere inghiottiti dalla montagna, incredibile, quando ti volti sei impressionato da quanto tu sia salito e in così poco tempo, ma non c’è il tempi di rilassarsi, già si scende, e in un attimo si è di nuovo ad altezza lago. Poi il paesaggio cambia, iniziano le Alpi e in un attimo ti trovi alla pausa pranzo a Fai della Paganella. Un pranzo fugale e subito al parco chiuso per vedere le auto, molti proprietari le curano e le coccolano, qualche meccanico al lavoro, ma niente di grave, controlli di routine. Tutti sorridenti, tutti entusiasti, il freddo non è un nemico, la strada da affrontare è una sfida in più, hai capito che ce la puoi fare ed è bellissimo, quindi in macchina ancora, si riparte, destinazione Bressanone…
Non importa aggiungere altro, non importa raccontare tappa per tappa, ritengo che un cenno vada fatto al vincitore morale di questa manifestazione, che è sicuramente l’Organizzazione. Tutti gli equipaggi hanno fatto il loro dovere, certo i vincitori sono riusciti a fare qualcosa in più e gli va dato atto.
Gli amici che ci leggono e che hanno i mezzi per partecipare sappiano che è un’ottima occasione da non farsi sfuggire.
Alla prossima!