Poteva essere una giornata da mare e ombrellone quella di sabato 21 aprile, ma invece gli “Emiliani Volanti” hanno seguito il richiamo dei motori pronti a sprigionare il loro ruggito al “Motor Legend Festival”, all’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola.
Partiamo dalla location: quando si parla di motori in Italia non si può non parlare di Imola, circuito forse non troppo spettacolare per quel che riguarda i sorpassi, ma sicuramente mozzafiato per quel che riguarda il layout e ovviamente per la cornice naturalistica che la circonda. Circuito relativamente recente, i suoi anni d’oro combaciano con l’inserimento all’interno del campionato mondiale di F1, dal 1981 al 2006, con la denominazione di “Gran Premio di San Marino”, per poi venire progressivamente abbandonato negli anni successivi, anche a causa di lavori di ristrutturazione per favorire successivamente le gare motociclistiche.
Lo spettacolo che ci siamo trovati davanti è qualcosa che tutti gli appassionati di F1, soprattutto italiani, desidererebbero vedere, ovvero numerose monoposto Ferrari degli ultimi anni pronte a calcare la pista ancora una volta, anche dopo essere state “pensionate”. L’atmosfera certo non era quella che si può vivere durante il week-end di un Gran Premio, ma comunque nell’aria si respirava quella passione che contraddistingueva tutti i presenti, dai più giovani che si ricordano le lotte tra Alonso e Schumacher, ai più anziani, che ripensano ai vari Gilles Villeneuve, Niki Lauda, ecc. I piloti che si calavano all’interno delle monoposto però non erano quelli che ci tenevano incollati al televisore, tra sorpassi a ogni curva e qualifiche sul filo del millesimo, bensì abbienti gentlemen che possono permettersi di alimentare le loro passioni tra meccanici Ferrari Clienti, cordoli e costosi Motordrome. Ma non fatevi ingannare, i piloti saranno diversi ma il rumore dei V10 e dei V8 marchiati dal Cavallino sono gli stessi e anzi, urlano ancora più forte dopo un letargo forzato che li ha tenuti lontano dal loro habitat naturale per troppo tempo! L’emozione nel sentire il rombo dei motori delle monoposto fa quasi passare in secondo piano i rumori delle gare di contorno, dove sfrecciano vecchi prototipi di tutto rispetto come la Lancia Beta Montecarlo Turbo con la classica livrea Martini o come la Lancia Stratos che, comunque, ha sempre un cuore Ferrari dopotutto.
Dall’adrenalina della pista si passava alla precisione e alla passione del parco chiuso, dove i privati preparavano le loro auto sotto il sole cocente, concedendosi qualche attimo di relax sotto i gazebo allestiti per l’occasione dietro le loro auto. Targhe e lingue di ogni angolo d’ Europa, dalla Germania alla Russia fino all’Olanda, tutti accomunati dall’amore per i motori, amore che non ha nazionalità né tantomeno età!
Terminato il giro all’interno dell’evento, si passava dalla parte del pubblico vero, quello “vecchia scuola”, che non frequenta il caotico via vai di VIP nel paddock ma preferisce vivere la gara a modo suo, in maniera casereccia, che ricorda quasi le vecchie corse degli anni ’60 dove il nonno si caricava il nipotino in spalla per permettergli di vedere sfrecciare i bodili a bordo pista dietro le transenne o della famiglia che stendeva la tovaglia da pic-nic sul prato per potersi godere la gara in mezzo al verde a pochi metri dal guard rail, perchè alla fine Imola è questo: motorsport che parla Italiano e che quindi ricalca le nostre tradizioni e la nostra cultura e in quale regione, se non in quella dei tortellini, della piadina e del Lambrusco?
Foto di Nicolò Ponzi