Sappiamo tutti che dopo le verifiche tecniche la vettura numero 63 è stata squalificata in quanto trovata sottopeso di 1,5 kg.

È evidentemente giusto così: per una volta che il regolamento è chiaro, non c’è molto da dire. Quello che è curioso, e che forse non sapremo mai, è come mai questo sia successo.

Per quanto ne sappiamo, potrebbero essere due gli aspetti determinanti: la benzina e gli pneumatici. La vittoria di George derivava da una sua scelta di fare la gara con una sola sosta; questo, in termini di peso, ha inciso su almeno due fattori: consumo di carburante e peso degli pneumatici.

Per quanto concerne il primo, ciò che scriviamo dovrebbe essere vero solo in teoria, in quanto è uno di quei parametri che gli ingegneri tengono costantemente sotto controllo, chiedendo ai piloti di fare lift and coast, ovvero di togliere il piede dal gas qualche metro prima della staccata per risparmiare carburante. Quindi, se in assoluto può essere vero che passare dalla pit lane fa consumare meno rispetto al passaggio in pieno rettilineo, è altrettanto vero che è un valore sotto controllo.

Un pneumatico da 18 pollici di una F1 pesa dai 12 ai 14 kg; sicuramente la parte più pesante è quella della struttura che deve resistere a velocità altissime, ma soprattutto a una forza G mostruosa. Il battistrada ha evidentemente un suo peso.

Potremmo ipotizzare che la sommatoria tra un po’ meno battistrada e meno carburante del previsto abbia portato a questo ammanco di 1,5 kg.

Ciò che ci dispiace è sul piano sportivo: un pilota ha sentito la macchina e le gomme, ha rischiato un grosso azzardo, è arrivato primo, ma non ha vinto.

In un periodo in cui il sette volte campione Sir Lewis Hamilton sta tornando in vigore con delle gare che ci fanno ricordare i suoi tempi migliori, essere il suo compagno di squadra non è facile. Il giovane George, perciò, si inventa qualcosa per cercare di recuperare delle qualifiche non esaltanti, ci riesce, ma va a finire così.

Ipotizziamo che George, con la sua strategia, avesse fatto un lungo, che gli fosse scoppiata una gomma, o che, nel lottare con Lewis, avessero combinato qualche guaio regalando la vittoria a Piastri. Sono ipotesi, certo, ma non così assurde quando si rischia così tanto.

Ecco, quello che mi dispiace per George è proprio questo: ha fatto un grosso azzardo che gli sarebbe potuto costare tantissimo in termini di prestigio e reputazione, ha gestito tutto al meglio, ha fatto il suo miglior crono all’ultimo giro senza perdere lucidità e senza sbagliare nulla.

Forse gli ingegneri della Mercedes, con tutta la tecnologia che hanno a disposizione, potevano fare un po’ meglio. Sono sicuro che, se una cosa del genere fosse successa a Lewis, qualcuno avrebbe passato delle brutte ferie, per non dire che a settembre non lo avremmo più visto. È successa a George, quindi non credo vi saranno grossi scossoni.


Marcello Rossetti

Marcello Rossetti

Appassionato di auto da sempre, amante della guida e del pilotaggio. Fammi fare 70 curve in mezzo al verde e sono felice