Con ancora la mente orientata alla straordinaria edizione 2021 del Porsche Festival siamo andati al Porsche Experience Center carichi di entusiasmo e pieni di aspettative.
Se chi ben comincia è a metà dell’opera la colazione di ritrovo offerta dal gruppo Penske che controlla i Centri Porsche di Modena, Bologna e Mantova alla Venturini Baldini ci ha ampiamente ripagato dalla levataccia. La nebbia leggera che si stava alzando dalla campagna, i primi raggi del sole, la vista su Reggio Emilia che si stava svegliando penso che sia un ricordo difficile da descrivere, ma che ci porteremo dietro per diverso tempo.
Arrivati al PEC, sempre affascinati dall’Agorà che ci accoglie, il sollievo di non trovare fila e di parcheggiare comodo, allo stesso tempo la sensazione delle minori presenze rispetto all’edizione passata.
La mattinata corre veloce salutando gli amici ed iniziando a gustare parte delle attrazioni riservate agli ospiti, con un occhio però sempre rivolto all’orologio, alle 12 inizia la mia Experience.
Mi reco al box abbastanza presto come mio solito, firmo la liberatoria, leggo che c’è una franchigia di 7.500 euro, deglutisco, firmo, tanto non farò danni, vero???
E’ il mio turno, mi chiamano, seguo il coordinatore e mi vedo abbinare ad una splendida 992 GTS nera, esatto non è una 4, ma una 2, neanche a farlo apposta. Il pilota si presenta, si chiama Alberto, molto gentile e rassicurante, mi porge il casco, mi da alcune istruzioni e poi partiamo. Mentre aspettiamo noto come la pedaliera sia molto disossata sulla destra, frenare col sinistro come mio solito non è così agevole, lui mi dice che anche sulle loro da gara è così. Io continuo a guardare la pedaliera e non colgo che mi abbia detto la sua da gara…
Partiamo 4 giri lanciati uno di raffreddamento e poi di nuovo, mi sento subito a mio agio con la macchina, partiamo decisi, il ritmo è buono, probabilmente gli altri in turno con me non hanno molta confidenza con la pista, iniziamo i sorpassi. Con la GTS mi trovo subito a mio agio, tra casco e posizione di guida faccio leggermente fatica a vedere in che marcia sono, ma poco importa, ho lo strepitoso contagiri davanti mi affido a lui. Seguo le preziose indicazioni di Alberto ed anello giri, sempre più deciso anche in staccata ed inserimento. Bellissimo, questa macchina mi capisce, mi avvisa, ma al tempo stesso è incredibilmente veloce e stabile. Non ha una cattiveria da auto da pista, non ha un assetto piatto, è un ottimo mix, sta lì, ma la senti, bello, bello, spingiamo un pò. Ricevo i complimenti di Alberto e quando lo saluto gli richiedo il nome, Alberto Cerqui, campione Italiano Carrera Cup … stic… meglio non averlo saputo prima mi sarei sentito più sotto esame. Il turno finisce presto, ma va bene così, mi sento di essere andato bene, meglio chiudere senza sbavature.
Torno con gli altri, saluto amici, adesso sono più rilassato, ping pong, biliardino, etc… la giornata vola.
Cosa dire, sì, l’anno scorso c’era nettamente più gente la Carrera Cup è stato un intrattenimento super interessante, il rombo delle auto da corsa ha sempre un fascino unico, quest’anno si è vissuto con la Cup Experience, ma ovvio che la gara sia la gara.
Sto criticando la manifestazione? Sto dicendo che il 21 sia meglio del 22? No, rifletto su Porsche, che continua ad ammagliarmi come marchio e come stile. Sarebbe stato “facile” ripetere esattamente la formula vincente, ma Porsche non lo fa nelle vetture e non lo fa nemmeno nella comunicazione e negli eventi, innova, anticipa osa.
Insomma io sono già qui che fremo per l’edizione 2023 e voi? Avete vissuto le precedenti edizioni? Cosa ne pensate?