In questi giorni si è diffusa la notizia di uno scossone ai vertici della dirigenza Porsche: sia l’ufficio Marketing che quello Finanziario sono stati fatti accomodare verso l’uscita.

A mio modesto parere, sono stati usati come capri espiatori per praticamente tutto, tranne che per un aspetto.

Stamattina, al mio risveglio, cercando alcuni documenti, mi sono imbattuto nella ricevuta della caparra versata per la prenotazione della nuova Macan elettrica. Un’auto di cui ho già parlato e che ritengo una delle migliori in circolazione, senza limitarmi a SUV, elettriche o altro: in assoluto. Provatela e poi mi direte.

Tornando al punto, questa caparra ammontava a 911 euro, una somma rimborsabile per qualsiasi motivo, che dava diritto a due biglietti per il Porsche Festival (che nel frattempo si era già svolto—tra l’altro, nel 2024 ce lo siamo persi) e a un abbonamento annuale alla rivista Christophorus.

Sarà perché ero ancora mezzo assonnato, ma mi è venuto in mente un insegnamento di un mio socio di lunga data: se non dai almeno il 20% del valore di ciò che stai acquistando come caparra, significa che in realtà non hai né venduto né comprato nulla.

E qui torniamo ai responsabili di Marketing e Finanza. Ritengo che si siano trovati a gestire scelte strategiche dettate dalla politica aziendale, ma se questa decisione è stata loro, allora un po’ di colpa ce l’hanno anche loro.

Queste caparre sono servite per comunicare un forte interesse per la Macan elettrica, ma per il cliente medio Porsche, “bloccare” meno di 1.000 euro—che può riprendersi in qualsiasi momento e che gli garantiscono pure biglietti e abbonamento—è un ottimo affare, anche senza alcuna reale intenzione di acquistare l’auto.

Se c’era buona fede, è stata una leggerezza. Ma per una società quotata in borsa, può avere conseguenze più serie, perché agli investitori vengono forniti dati sull’interesse per un nuovo modello che forse non corrispondono alla realtà.

D’altra parte, se i dirigenti avevano già avuto modo di provare la vettura, probabilmente ritenevano che, una volta versata la caparra, il cliente se ne sarebbe innamorato come è successo a me.

Tuttavia, tutti sappiamo che “Hope is not a strategy”.

Voi cosa ne pensate?


Marcello Rossetti

Appassionato di auto da sempre, amante della guida e del pilotaggio. Fammi fare 70 curve in mezzo al verde e sono felice